«ABC Autismo»: la conclusione di un progetto e l’inizio di una nuova sfida
Il 31 ottobre 2020 si è concluso con successo il progetto ABC Autismo, realizzato grazie al contributo della fondazione Terzo Pilastro Internazionale.
Siamo partiti a giugno del 2019 e, nonostante l’interruzione forzata a causa dell’emergenza sanitaria e del lockdown e la successiva rimodulazione delle attività a maggio, il progetto ha perseguito i suoi obiettivi con successo e soddisfazione da parte dei partecipanti e degli operatori coinvolti.
Obiettivo cardine era fornire ai genitori gli strumenti e le competenze per affrontare la delicata situazione di genitori di bambini con sviluppo atipico, attraverso un percorso mirato all’empowerment, mediante la terapia mediata dai genitori e un ciclo di parent training intensivo.
Scopo secondario, ma non meno importante, era di favorire lo sviluppo comunicativo/relazionale, incrementando l’area della socializzazione, attraverso interventi aggregativi per il potenziamento cognitivo. Quattro gruppi composti da sei famiglie ciascuno sono stati accompagnati nella delicata fase della diagnosi e supportati attraverso: parent training di gruppo, terapia mediata dai genitori individuale, terapia individuale cognitivo-comportamentale, potenzialmente della comunicazione (CAA), interventi assistiti con gli animali (IAA) eseguiti da un’équipe specializzata in IAA, sensory play-therapy e attività in piccoli gruppi di bambini divisi per età e per competenze.
I caregiver hanno acquisito le strategie di relazione e comunicazione idonee a bambini con diagnosi dello spettro autistico. Sono stati accompagnati verso un’alfabetizzazione di tutte quelle pratiche, approcci e ausili come ad esempio l’uso della Comunicazione Aumentativa Alternativa, l’uso delle Shoebox Tasks, e delle schede attività (activity schedules).
Il parent training di gruppo ha infatti permesso un utile confronto tra i genitori che condividevano problematiche analoghe e ha favorito l’accettazione e il superamento della difficile situazione di isolamento a cui sono spesso esposte le famiglie che hanno ricevuto la diagnosi. Si sono create nuove reti amicali che hanno portato, alcune famiglie, alla condivisione di momenti ludici e ricreativi anche al di fuori delle ore di progetto e che si sono rivelate particolarmente utili durante le criticità del lockdown.
Anche i bambini hanno potuto sperimentare delle relazioni amicali tra pari con lo stesso livello di competenza. Le attività assistite con gli animali sono state preziose per motivarli a trovare nuove strategie di relazione e insegnare loro a gestire i loro livelli di ansia, grazie all’aiuto di terapisti esperti (psicoterapeuti, psicologi, terapisti occupazionali, educatori, équipe IAA, logopedista).
Grazie all’esperienza e alle competenze del nostro personale qualificato le famiglie hanno potuto intraprendere un vero e proprio percorso di alfabetizzazione ad approcci e strumenti efficaci nella gestione dei propri figli a sviluppo atipico e hanno beneficiato del riverbero positivo che questa esperienza ha portato nella loro quotidianità.
Questa esperienza, progettata grazie alla consulenza del Professor Michele Zappella, ci ha permesso di integrare questa nuova sfida nel Community Network Approach, includendo la compartecipazione attiva dei genitori per amplificare l’intervento abilitativo sui bambini, rafforzando i risultati e rendendoli continuativi.